giovedì 14 aprile 2022

Prefazione al libro di poesie "Il profumo dei ricordi. Di Claudia Carta.


 

Non c’è bisogno di bussare. La porta è aperta. Devi solo decidere, caro lettore, in che modo entrare. Ma se anche tu avessi il passo svelto e lo sguardo distratto, sono certa che basterà una sola riga a rallentare, per un attimo, la tua corsa e a riportarti, per un attimo, oltre e altrove. Sì, perché se decidi di entrare – e se stai leggendo queste pagine hai già fatto la tua scelta – scoprirai che Il profumo dei ricordi è un viaggio lastricato di attimi. Tessere, dettagli, porzioni. Pezzi di vita. Scampoli di dolore. Brandelli di emozione.

 

È un’anima che si apre. E, mettendosi a nudo, si lascia leggere. Si lascia rubare l’intimità più celata. Si lascia accarezzare nella sua fragilità, nella sua purezza, nella semplicità che sa di buono e rende nuova ogni cosa che tocca e incontra. E poco importa se non sarai appagato, se ne resterai deluso, se rimarrai tiepido e apatico (Io non lo credo). Non è questo il senso. Non è questo il fine.

 

Il profumo dei ricordi è nella forza di ogni parola che diventa significante per l’autrice, prima ancora che per ciascun lettore. È nella potenza di ogni immagine che dalle parole scaturisce e che si fa visione, esperienza, ricordo, sentimento. Ieri come oggi. Oggi come sempre. È la vita che dipana il suo filo nel trascorrere incessante del tempo, intessendolo di odori: quello della terra, come quello dei fiori, quello del vino come quello dei dolci. Con i suoni a scandire l’esistenza: gli uccelli, la risacca del mare, il vento che si fa brezza o bufera, le campane, la zappa della vecchia che coltiva il suo orto.

 

Infine i colori che inebriano gli occhi e illuminano i pensieri: il blu del cielo, l’azzurro del mare, il verde delle vigne e degli ulivi, il bianco della neve, le gradazioni variopinte dei gerani, il buio della notte, l’argento delle stelle.

 

Multiformi canali dove scorrono i significati più profondi. Il lutto, la perdita, il distacco, l’assenza, il silenzio, la mancanza, la nostalgia, il desiderio, l’impazienza, l’attesa, la ricerca. E ancora, il ricordo, il sogno, il cambiamento, la consapevolezza, la quotidianità, la speranza, la festa, gli affetti, i legami, le relazioni, la passione, la fisicità.

 

Il viaggio è dinamico. “Cercando di controllare il tempo/respirandoprofondamente/attendo”. Come il tempo e le stagioni che si susseguono. Come i quadri che, scostando un poco la tenda, l’autrice osserva dalla sua finestra. Un mondo a tratti silente e imbronciato, altre volte sonoro e lieto. Dove le passioni – leggi sentimenti intensi, vibranti, sensuali,coinvolgenti e sconvolgenti– tutto abbracciano, tutto caratterizzano, tutto trasformano. “Finalmente la vibrazionedel cuore”. Che sia vagando o camminando, nella passeggiata o nell’ora di riposo, il mondo parla. L’autrice ascolta. Sente. Assapora. Ed è vero, per dirla con Pablo Neruda, che «La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane».

 

Non puoi restare indifferente, caro lettore, a chi ti tende la mano e ti concede il privilegio di entrare nella propria vita per scrutarla dal di dentro, sia pure per lo spazio di qualche pagina, di pochi versi, di distinti pensieri. La poesia può questo. «La poesia è una grazia, una possibilità di staccarsi per un po’ dalla terra e sognare, volare, usare le parole come speranze, come occhi nuovi per reinventare quello che vediamo». Così una icona del cinema italiano e internazionale, Monica Vitti.

 

Sai qual è, in definitiva, la magia de Il profumo dei ricordi? Che anche tu, fra i sentieri del suo nero su bianco, puoi sollevarti e sognare, usando quelle parole per dare ali alle tue speranze, disegnando altri mondi, annusando altri odori, colorando nuove tele. E, a ogni pagina, reinventarti, camminando nel mondo con spirito rinnovato. Grazie, Elvira, per il dono di te così prezioso.

 

Claudia Carta

 

Prefazione scritta per la raccolta di poesie, “Il profumo dei Ricordi”, di Elvira L. Locci, anno 2022, “Sa Babbaiola Edizioni.”

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